In Friuli Venezia Giulia, il welfare aziendale è una realtà ben più diffusa di quanto non emerga dalle rilevazioni ufficiali.
A dirlo è Confartigianato, che evidenzia come molte prestazioni di welfare vengano erogate in forma unilaterale dalle imprese artigiane e quindi non risultino nei dati statistici, i quali si concentrano quasi esclusivamente sugli accordi di produttività formalmente depositati.
“Il welfare non si limita ai premi legati alla produttività,” spiegano da Confartigianato. “Comprende anche interventi sulla qualità della vita in azienda: dalla conciliazione dei tempi vita-lavoro, al miglioramento degli ambienti e delle condizioni di lavoro, fino ai primi ragionamenti sulla settimana corta. Strumenti che favoriscono la fidelizzazione dei lavoratori e rispondono alle esigenze delle nuove generazioni.”
A supportare questo sviluppo, Confartigianato FVG ha costituito una commissione specifica per la stipula degli accordi di produttività dedicata alle imprese artigiane, con l'obiettivo di rendere più accessibili questi strumenti anche per le realtà di piccole dimensioni.
Ma c’è un paradosso: “Il deposito degli accordi serve solo per accedere al regime fiscale agevolato sui premi monetari,” chiarisce Confartigianato, “non è necessario per l’erogazione delle prestazioni in welfare. Questo significa che gran parte del welfare realmente offerto sfugge alla rilevazione dei dati ufficiali, che non ne colgono quindi la reale diffusione.”
A ciò si aggiunge una certa resistenza da parte sindacale, dovuta al fatto che le prestazioni di welfare non sono soggette a contribuzione, il che le rende meno attrattive sotto un profilo previdenziale ma più vantaggiose per lavoratori e imprese.
Altro elemento spesso trascurato è la soglia dei fringe benefit: portata recentemente a 1.000 o 2.000 euro, questa forma di welfare flessibile e individuale è ampiamente utilizzata dalle imprese, ma ancora una volta non rientra nelle statistiche legate agli accordi depositati.
Infine, va menzionato il welfare artigiano strutturato, che si esprime attraverso strumenti come Sanarti, FSBA ed Ebiart. “Sanarti in particolare meriterebbe più visibilità,” sottolinea Confartigianato. “Molti lavoratori non sanno nemmeno di essere iscritti al fondo e non accedono alle prestazioni sanitarie disponibili. Occorre fare uno sforzo maggiore sul piano dell’informazione e dell’attivazione.”
Il quadro, insomma, è più ampio e ricco di quanto una semplice indagine possa mostrare. Il welfare artigiano è vivo, cresce, e si adatta alle nuove esigenze del lavoro. Ma per raccontarlo davvero, serve guardare anche ciò che, per ora, resta fuori dalle tabelle.